La Cgil ha dato il via alla raccolta di firme per un referendum abrogativo del Jobs Act, la riforma del lavoro introdotta durante il governo Renzi.
L’obiettivo è chiaro: 500.000 sottoscrizioni per portare avanti il referendum vero e proprio e modificare i rapporti di forza tra datori di lavoro e lavoratori.
Il Jobs Act, implementato tra il 2014 e il 2016, ha introdotto un nuovo concetto di contratto unico con tutele crescenti. Tuttavia, la Cgil vede in questa riforma un indebolimento dei diritti dei lavoratori, e per questo ha proposto quattro quesiti per abrogare specifiche norme del Jobs Act.
I quesiti affrontano questioni cruciali come il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, la facilitazione dei licenziamenti nelle piccole imprese, la liberalizzazione dell’utilizzo del lavoro a termine e la responsabilità delle aziende committenti negli appalti in caso di infortunio sul lavoro.
La raccolta delle firme è già in corso, con banchetti dislocati nelle principali città e la possibilità di firmare online attraverso il sito della Cgil. Una volta raggiunte le 500.000 firme, si procederà con il referendum vero e proprio, dando ai cittadini la possibilità di influenzare direttamente il futuro del lavoro in Italia.
Firmare per il referendum abrogativo del Jobs Act significa mettere in gioco il proprio futuro e quello delle future generazioni, lottando per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro.
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