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Più innovazione, più internazionalizzazione, più fiducia. Sembrano essere queste le caratteristiche principali delle imprese che partecipano a una filiera. Lo afferma la ricerca dell’Istituto Tagliacarne su dati Unioncamere/InfoCamere che, analizzando la situazione del 2021, ha individuato i principali punti di forza differenziali delle aziende. Aziende che operano con integrazione e sinergia.

La filiera si rivela dunque un importante fattore per la competitività. Quando l’intera catena del valore opera in maniera interconnessa si generano benefici per tutti i soggetti. Ciò è ulteriormente moltiplicato qualora le tecnologie digitali avanzate siano al centro di queste relazioni.

Le imprese che operano in filiera mostrano una maggiore propensione all’innovazione rispetto alle altre, sia di prodotto che di processo. Il 30% dei ricavi delle filiere ad alta tecnologia è generato da vendite all’estero, contro il 24% di quello delle altre imprese. Parimenti digitalizzate ma non operanti in filiera. Non solo, le prime esportano anche mediamente in più mercati rispetto alle seconde.

Spicca la Lombardia

Tra le Regioni italiane è la Lombardia quella che presenta il maggior numero di imprese organizzate in filiera, con circa il 15% del totale nazionale. Seguita da Campania (10%) e Lazio (9%). Merito anche delle iniziative territoriali; ad esempio l’assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. Insieme al ‘sistema lombardo’, ha deciso di pubblicare una manifestazione di interesse proprio per supportare il rafforzamento. Ma anche la resilienza e la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali, produttivi ed economici del proprio territorio. Ma anche di mettere a disposizione delle imprese uno strumento con risorse economiche a fondo perduto. Iniziativa nata in coerenza con la Strategia Industriale dell’Unione Europea, per sviluppare interconnessioni tra imprese. Anche in collaborazione con enti di ricerca, di formazione, centri innovazione, fondazioni e altri attori strategici dello sviluppo economico e territoriale. Altro esempio è il bando Innovazione di Regione Lombardia, aperto nuovamente il 16 gennaio scorso. Il piano vuole sostenere i processi e l’organizzazione delle filiere produttive e di servizi, valorizzando le iniziative già presenti e sostenendone di nuove. Con una forte spinta verso la qualificazione professionale, la sostenibilità e l’inclusione del mondo della ricerca. Di tutte le imprese che fanno parte di una filiera, il 60% riguarda le costruzioni o l’agribusiness: ma il peso di questi settori si riduce di circa la metà se si guarda non alla semplice quantità di soggetti ma in termini di addetti e fatturato. Sanità, turismo e moda sono quelle che si posizionano ai vertici in termini di impatto sull’occupazione mentre per il giro d’affari ‘vincono’ energia, mezzi di trasporto e ancora una volta la moda.


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