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Anche a questi 3 milioni di donne e uomini guarda la Giornata mondiale del cancro del 4 febbraio, a cui l’Italia arriva forte di un’oncologia d’eccellenza per la qualità degli studi e dei professionisti ma ancora sguarnita di una legge sul diritto all’oblio e di assistenza adeguata per quanti con la malattia convivono.

Oggi sono oltre un milione le persone guarite da tumore in Italia, quasi una su quattro quindi sono tornate ad avere le stesse aspettative di vita della popolazione generale. Per la stragrande maggioranza però l’addio alla malattia figura solo in cartella clinica, mentre la burocrazia continua a registrarli come “malati”, con tutto l’aggravio delle discriminazioni nell’accesso a servizi che consentirebbero una normale vita quotidiana e uno sguardo al futuro, dalla stipula di un’assicurazione o di un mutuo a un nuovo posto di lavoro fino all’adozione di un figlio.

I lungosopravviventi sono 2 milioni

Dall’altra parte, i cosiddetti “lungosopravviventi”, in aumento grazie alla cronicizzazione della malattia consentita da cure sempre più innovative e mirate, sono 2 milioni: una categoria di pazienti che oggi è in un limbo indeterminato non solo perché non possono essere considerati guariti ma perché necessiterebbero di una presa in carico sul territorio che oggi non c’è.

La Giornata mondiale dei tumori

Anche a questi 3 milioni di donne e uomini guarda la Giornata mondiale del cancro del 4 febbraio, a cui l’Italia arriva forte di un’oncologia d’eccellenza per la qualità degli studi e dei professionisti ma ancora sguarnita di una legge sul diritto all’oblio e di assistenza adeguata per quanti con la malattia convivono. Anche per questo piccolo esercito vale lo slogan della Giornata mondiale “Close the care gap”, perché la sostanziale invisibilità della loro condizione li trasforma in cittadini “disuguali” davanti alla società e alla legge.

Beretta (Fondazione Aiom): petizione online per sollecitare al più presto una legge

«In molti Paesi europei esistono già delle norme specifiche per chi ha superato definitivamente il cancro. Queste persone all’estero riescono, senza troppi problemi, ad avere un prestito bancario o a stipulare un’assicurazione sulla vita. Da noi invece nonostante diversi appelli non c’è ancora nessuna garanzia legislativa e per questo da oltre un anno promuoviamo “Io non sono il mio tumore”, la prima campagna nazionale per il diritto all’oblio oncologico – spiega Giordano Beretta, presidente della Fondazione Aiom, l’Associazione di oncologia medica – . Abbiamo avviato diverse iniziative tra cui una petizione on line che ha già raccolto oltre 150mila firme per sollecitare le istituzioni politiche ad approvare al più presto una legge».


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