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E’ iniziato a Palazzo Chigi il tavolo sull’emergenza idrica, presieduto dalla premier Giorgia Meloni. E’ annunciata la partecipazione dei ministri Fitto (Pnrr e Affari europei), Pichetto (Ambiente), Salvini (Infrastrutture), Lollobrigida (Agricoltura), Musumeci (Protezione civile) e dei sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Mantovano e Morelli. Un supercommissario per gestire l’emergenza idrica, con poteri speciali per fare quello che è necessario, e superare la troppa burocrazia.

E’ una delle ipotesi sulle quali sta lavorando il governo. Oggi a Palazzo Chigi è in programma la prima riunione del Tavolo Acqua, con la premier e cinque ministri. Fra gli altri interventi allo studio ci sono razionamenti, nuovi invasi, riparazioni degli acquedotti colabrodo, un piano idrico nazionale. “Sul tema della siccità – ha detto ieri il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – il governo lavora su diverse proposte di meccanismo: può essere un commissario speciale o altra formula che permetta di superare la troppa burocrazia, poiché troppe scrivanie producono un rallentamento del tempo, davanti a un problema che va affrontato subito”.

Fra le altre ipotesi, anche una cabina di regia collegiale, invece che una figura unica. La situazione acqua in Italia è grave, il governo ne è consapevole. Sulle Alpi l’innevamento è dimezzato, i grandi laghi del Nord e del Centro sono ben sotto le medie, il Po e gli altri fiumi sono mezzi in secca. Al Nord, la zona più colpita, il deficit idrico è al 40%. Un terzo della produzione agricola nazionale è a rischio, avverte Coldiretti. La produzione idroelettrica rischia di ridursi, a causa dei bacini semivuoti, proprio nel momento in cui bisogna sostuire il gas russo. E non è un problema solo italiano. Anche Francia, Germania e Regno Unito soffrono la siccità. Oltralpe la carenza d’acqua rischia di rallentare la produzione delle centrali nucleari, che servono anche l’Italia.

Per affrontare la situazione, alle 11.30 a palazzo Chigi è fissato il primo Tavolo interministeriale sulla crisi idrica, presideuto da Giorgia Meloni. Sono convocati i ministri Musumeci (Protezione civile), Pichetto (Ambiente), Fitto (Affari europei), Lollobrigida (Agricoltura), Salvini (Infrastrutture), con i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Mantovano e Morelli. Pichetto e Musumeci hanno già detto pubblicamente che servirà un piano di razionamento, se la siccità dovesse continuare. Salvini ha mostrato interesse per il “piano laghetti” dell’Anbi, la rete di nuovi invasi proposta da tempo dall’associazione dei consorzi di bacino. Ma servirebbe anche riparare le perdite degli acquedotti italiani, che arrivano al 40%; migliorare l’interconnessione fra gli invasi, per spostare l’acqua dove ce n’è più bisogno; dragare i bacini, per aumentarne la capienza. Il Pnrr destina 2,9 miliardi al sistema idrico: si tratta di spenderli bene e al più presto. A questo servirebbero Supercommissario o Cabina di regia. Più sul lungo periodo, servirebbe anche un Piano idrico nazionale per programmare gli interventi. E’ un’altra delle ipotesi sulle quali lavora il governo.

ANSA

 

stefanodemartino@gmail.com'

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