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Da Ambra Angiolini alle coppie Calamaro-Ragonese e Foglietta-Minaccioni. Sulla scia della Giornata internazionale della donna, è un lungo weekend al femminile quello in arrivo a teatro. Ma non solo, tra l’uragano Zalone e le metamorfosi kafkiane di Giorgio Pasotti.
MILANO; ASTI e CARPI (MO) – Un’aula di una scuola pubblica. Un’insegnante di una quinta elementare. È tesa, ha la testa altrove mentre arriva la madre di un suo allievo. Il figlio è stato sospeso: è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole capire il perché. A tre anni dal debutto, Ambra Angiolini e Ludovica Modugno riprendono “Il nodo”, testo dell’americana Johnna Adams, diretto da Serena Sinigaglia, in questi giorni tra il Carcano di Milano, l’Alfieri di Asti e il Comunale di Carpi (MO). Al centro, la più alta responsabilità umana: educare la generazione del domani. Fino al 9 marzo; il 10 marzo; e dall’11 al 12 marzo.
MILANO – Due racconti per due umanità “disumanizzate”. Giorgio Pasotti è al Franco Parenti con “Racconti disumani”, spettacolo con la regia di Alessandro Gassmann che cuce insieme due testi di Franz Kafka. Nel primo, “Una relazione accademica”, una scimmietta diventa uomo; ne “La tana”, un uomo metà roditore e metà architetto vive come un animale sotterraneo. Fino al 12 marzo.
ROMA – È bastato annunciare le date per collezionare subito un’escalation di sold out. L’uragano Checco Zalone approda al Brancaccio con “Amore + Iva”, spettacolo scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino che lo ha riportato in palcoscenico undici anni dopo il Resto Umile World Tour e dopo aver battuto ogni record possibile al cinema. Tra musica, racconti, imitazioni e parodie, anche una nuova hit: “Sulla barca dell’oligarca”. Dall’8 al 29 marzo. ROMA – Scritto dalla penna incisiva di Lucia Calamaro, arriva all’India “Da lontano. Chiusa sul rimpianto”, atto unico che la stessa regista ha pensato e cucito addosso a Isabella Ragonese. Un dialogo-monologo che apre un affaccio sul mondo femminile, attraverso il rammarico di una figlia per non aver saputo in gioventù lenire le sofferenze della propria madre, donna impreparata al mondo, fragile e infelice. Dall’8 al 12 marzo.
PORDENONE – Un racconto sui corpi femminili, sul desiderio, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, e sulle differenze di classe. Anna Foglietta e Paola Minaccioni sono al Verdi protagoniste de “L’attesa” di Remo Binosi, per la regia di Michela Cescon. In scena, una nobildonna del ‘700 e una servetta, che per ragioni di diverse si ritrovano recluse in una villa per la durata della loro, non cercata, gravidanza. Dal 10 al 12 marzo.
BRESCIA – In una stanza vuota Lady Macbeth cerca di sbiancare le proprie mani e ogni suo gesto produce frammenti di parole, voci, rumori. Nella stessa stanza, Macbeth ha ucciso il sonno, ossessionato dai fantasmi della sua mente. Dalla tragedia di Shakespeare, al Teatro Sant’Afra, Enzo Vetrano e Stefano Randisi firmano “I Macbeth”, ovvero l’estrema confessione della coppia di amanti, preda dell’orrore dei crimini che hanno commesso. Con anche Giovanni Moschella e Raffaella D’Avella. Dall’8 al 26 marzo.
NAPOLI – Un paese che ha appena raggiunto una fragile democrazia. Un avvocato, Gerardo Escobar, chiamato a presiedere una commissione di indagine sui desaparecidos. E sua moglie Paulina Salas, ancora segnata dalle torture subite durante la dittatura. Elio De Capitani firma la regia de “La morte e la fanciulla”, testo del ’91 dello scrittore argentino Ariel Dorfman, già portato al cinema da Roman Polanski. Ora al San Ferdinando con Enzo Curcurù, Claudio Di Palma, Marina Sorrenti. Fino al 12 marzo.

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