By La Sicilia si trova di fronte a una sfida: molte imprese cercano personale, ma incontrano difficoltà nel trovare candidati adatti. Nel 2023, il 40% dei 301.190 posti di lavoro disponibili è rimasto vacante, e per il 15% di essi le imprese hanno dovuto ricorrere all’assunzione di lavoratori stranieri. Questa situazione mette in evidenza la disparità tra l’offerta di lavoro e la formazione professionale offerta dalla regione.
Per cercare di colmare questa lacuna, diverse istituzioni, tra cui la Fondazione nazionale Consulenti per il lavoro, l’Università di Palermo, Sicindustria e altri, hanno organizzato un convegno per discutere di come favorire l’occupabilità e accompagnare i giovani nelle transizioni lavorative. Il convegno si terrà il 18 marzo a Palazzo Steri, a Palermo, e vedrà la partecipazione di vari esperti e rappresentanti istituzionali.
L’Università di Palermo ha già intrapreso azioni concrete per ridurre il divario tra istruzione e mercato del lavoro. Grazie a collaborazioni con oltre 3.000 imprese siciliane e nazionali, l’università offre ai suoi studenti opportunità di tirocinio pre-laurea presso queste aziende, con l’obiettivo di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Tuttavia, nonostante questi sforzi, molte posizioni rimangono vacanti a causa della mancanza di candidati qualificati.
Secondo il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal, le professioni più richieste dalle imprese siciliane includono addetti alla ristorazione, addetti alle vendite, operai edili specializzati, addetti alle pulizie, conduttori di veicoli e tecnici della salute. Tuttavia, molte di queste posizioni rimangono scoperte, con tassi elevati di difficoltà nel reperire candidati qualificati.
La Sicilia ha bisogno di un sistema educativo e formativo più adattabile alle esigenze del mercato del lavoro, al fine di garantire una migliore corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro e sfruttare appieno il potenziale dei suoi giovani talenti.
Comments