Questo scenario drammatico ha portato ad un aumento della pressione sul valico egiziano, con migliaia di persone che cercano disperatamente una via d’uscita dalla Striscia devastata.

Tuttavia, dietro la facciata delle operazioni di soccorso e del controllo del confine, prospera un’oscura rete di trafficanti che lucrano sulle vite dei rifugiati. Decine di intermediari si offrono di facilitare l’uscita e l’entrata attraverso il valico, in cambio di pagamenti esorbitanti. Queste trattative avvengono a vista di tutti, nel bel mezzo della disperazione delle migliaia di sfollati accampati lungo il confine.

Solitamente, il passaggio attraverso il valico di Rafah richiede una serie di autorizzazioni burocratiche e pagamenti di tasse. Le testimonianze raccolte parlano di cifre oscillanti tra i 5.000 e i 10.000 dollari a persona, somme che finiscono direttamente nelle mani degli intermediari vicini alle autorità egiziane.

Inoltre, le condizioni dei viaggi sono spesso disumane. Sebbene in passato i rifugiati venissero scortati attraverso il deserto egiziano in piccoli bus sovraffollati, ora un’azienda denominata Hela Consulting and Services, con forti legami con le autorità egiziane, gestisce il trasporto dei rifugiati.

Dietro questa apparente operazione umanitaria, si nascondono legami controversi con figure come Ibrahim Al Organi, un imprenditore con legami stretti con le autorità egiziane e le forze di sicurezza militari. Al Organi è stato implicato in varie attività illegali, inclusi traffici di armi e traffico di droga.

La sua azienda, Abnaa Sinai, ha gestito la logistica al valico di Rafah e ha avuto il mandato per gli appalti di ricostruzione a Gaza. La sua presenza è stata fortemente pubblicizzata durante i momenti di crisi, con la promessa di aiutare i palestinesi e garantire l’approvvigionamento di beni di prima necessità.

From ItaliaTg24, post Il traffico umano a Rafah: Sfruttamento dei rifugiati palestinesi in fuga da Gaza