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Il futuro dell’alleanza che sostiene il governo Meloni è in bilico, soprattutto alla luce delle imminenti elezioni europee e delle riforme in agenda. Con il voto proporzionale, ogni partito corre per sé, aumentando le differenze anziché sottolineare le affinità.

Salvini, da Bari, ha lanciato un appello agli alleati affinché non dividano il centrodestra a Bruxelles, evidenziando le conseguenze negative delle divisioni passate.
Il nervosismo cresce in casa Lega, consapevoli che i risultati a Strasburgo potrebbero non essere all’altezza delle passate conquiste. Salvini tenta di ritagliare un ruolo attivo per il gruppo sovranista europeo, Identità e democrazia, nella formazione della prossima maggioranza e nella scelta del futuro presidente della Commissione europea.
Nel frattempo, Tajani rafforza il polo moderato, mentre Meloni gioca un ruolo chiave nella selezione del successore della von der Leyen, alimentando speculazioni su un possibile secondo mandato per quest’ultima. L’eventuale libertà di azione di Fratelli d’Italia preoccupa la Lega, che si appella all’unità del centrodestra anche nelle scelte europee.
Dall’altro lato dell’alleanza, Forza Italia aspira a raggiungere il 10% di consensi, soprattutto in vista dell’accordo imminente con Noi moderati, finalizzato al rafforzamento dei Popolari europei.

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