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I fratelli Giuseppe e Pasquale Palamara, residenti sul Lago Maggiore, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Milano nell’ambito di un’inchiesta su presunti fallimenti pilotati e riciclaggio di denaro.

Gli imprenditori nel settore edile e della movimentazione terra sono accusati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta di beni.

Secondo le indagini condotte dalla DDA milanese, i fratelli Palamara avrebbero causato dolosamente il fallimento di diverse società di loro proprietà, distrarre i patrimoni aziendali e sottrarre fondi al fisco. Utilizzando “new company”, tra cui una società svizzera, avrebbero riciclato beni di provenienza illecita, ostacolando l’identificazione e il recupero da parte dei creditori e dell’Erario.

L’arresto dei fratelli Palamara è avvenuto anche grazie ai collegamenti emersi con la famiglia Ferraro di Melito di Porto Salvo e Africo, in Calabria, conosciuta per i suoi legami con la ‘Ndrangheta. Uno dei fratelli risiedeva in una villa precedentemente di proprietà di un individuo legato alla criminalità organizzata nel Varesotto.

Le indagini hanno rilevato movimentazioni finanziarie anomale, alcune dirette verso la Svizzera, con lo scopo di svuotare le imprese decotte a vantaggio delle nuove società e di utilizzare fondi per fini personali. Il GIP di Milano ha emesso le ordinanze di arresto per il “pericolo concreto di reiterazione” dei reati, invitando la Procura a proseguire nelle indagini per coinvolgere altri possibili complici.

L’arresto dei fratelli Palamara mette in luce la complessità delle indagini sulle connessioni tra il mondo imprenditoriale e la criminalità organizzata, evidenziando la necessità di combattere con determinazione il fenomeno dei fallimenti pilotati e del riciclaggio di denaro.

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