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L’impatto del Superbonus e dei bonus edilizi ha inciso pesantemente sui conti pubblici italiani, con un debito accumulato di 161 miliardi di euro ancora da compensare.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, su un totale di 219 miliardi di euro di crediti, solamente 41,8 miliardi sono stati compensati tramite modello F24, lasciando un’enorme somma di crediti ancora aperti.
Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha chiarito che dei 160,3 miliardi di crediti riguardanti il Superbonus, solo 20,8 miliardi sono stati compensati nel 2023. Tuttavia, l’incidenza di questi pagamenti ha un impatto devastante sul debito pubblico, come sottolineato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Il governo Meloni ha ottenuto temporanei sconti che hanno migliorato la situazione a breve termine. Tuttavia, secondo l’economista Jeromin Zettelmeyer, il rinvio del pagamento degli interessi potrebbe gravare sui successori. Simulazioni indicano che l’Italia potrebbe essere costretta a tagli annuali al bilancio tra lo 0,61% e l’1,15% del Pil, tra i più alti nell’UE.
Inoltre, l’Italia dovrà affrontare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo proposta dalla Commissione europea, che impone tagli alla spesa di circa 9 miliardi di euro all’anno. La mancata adozione di misure efficaci può comportare sanzioni fino allo 0,05% del Pil.
Affrontare questo debito ingente e rispettare i parametri del Patto di stabilità richiederà un piano di rientro strategico e deciso da parte del governo italiano, con implicazioni significative sul futuro dell’economia nazionale.

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