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Tra le altre disposizioni del Patto per le migrazioni e l’asilo, vi è la creazione di centri di accoglienza nel Paese di primo ingresso, con una capacità adeguata a livello dell’UE per lo svolgimento delle procedure di frontiera.

Ogni Stato membro dovrà garantire di essere in grado di svolgere queste procedure sul proprio territorio, con un numero massimo di domande (tetto annuale) da esaminare, determinato dalla Commissione.

Il Patto introduce anche un Regolamento sulle situazioni di crisi, che stabilisce norme procedurali e meccanismi di solidarietà per rispondere a situazioni eccezionali di afflusso di migranti. In caso di crisi, gli Stati membri interessati dovranno presentare una richiesta motivata alla Commissione, che valuterà la situazione e adotterà misure di solidarietà e deroghe.

Al fine di contrastare la strumentalizzazione dei migranti, il Patto prevede una deroga temporanea dalle procedure standard di asilo in determinate circostanze. Inoltre, sarà riformato il Regolamento Eurodac per identificare più efficacemente chi arriva nell’UE, aggiungendo le immagini del volto alle impronte digitali e includendo i bambini a partire dai sei anni.

Un altro aspetto importante riguarda il Regolamento di screening, che prevede una procedura di identificazione e raccolta dati biometrici per le persone che non soddisfano i requisiti per entrare nell’UE. Questa procedura, della durata massima di sette giorni, mira a garantire la sicurezza all’interno dello spazio Schengen, con un monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.

Il Patto comprende inoltre il regolamento dell’Agenzia europea per l’asilo, norme per armonizzare la protezione e i diritti dei richiedenti asilo negli Stati membri, nuove norme per migliorare le condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e un nuovo quadro per l’adozione di un piano di reinsediamento.

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