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La Saudi Pro League, il tanto discusso campionato di calcio arabo che ha visto un’incredibile spesa per portare campioni del calibro di Ronaldo, Benzema, Neymar e altri in Arabia Saudita, si è rivelato essere un clamoroso flop. Non solo la lega non ha suscitato interesse nel Paese stesso, ma anche all’estero ha fallito nel catturare l’attenzione degli spettatori.

I numeri parlano chiaro: la media degli spettatori è scesa da 10.197 della stagione scorsa a soli 8.400 in quella attuale, nonostante i grandi nomi del calcio mondiale presenti nei club sauditi. Persino i club con stadi capaci di contenere decine di migliaia di persone, come Al-Ittihad, Al-Hilal e Al-Nassr, giocano davanti a tribune semi-deserte.

Anche i giocatori stessi, come Ronaldo e Benzema, sono afflitti dalla frustrazione di dover giocare in uno scenario poco avvincente, nonostante gli stipendi milionari. Ronaldo, che guadagna 200 milioni di dollari all’anno con l’Al-Nassr, è descritto come visibilmente infastidito dalla situazione.

La depressione causata dalla Saudi Pro League sembra essere un fenomeno diffuso tra i giocatori. Benzema, che riceve 100 milioni di dollari all’anno dall’Al-Ittihad, ha avvertito il desiderio di fuggire in Europa fin dall’inizio. Persino in Italia, canali televisivi come LA7 e Sportitalia hanno cercato di acquistare i diritti di trasmissione della lega araba, ma con risultati deludenti: le partite della Saudi League fanno meno ascolti del segnale orario.

In conclusione, nonostante gli sforzi e le spese folli, la Saudi Pro League si è rivelata essere un bluff colossale, dimostrando che il denaro da solo non può garantire il successo di un campionato calcistico.


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