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Un acceso scontro è scoppiato in Parlamento a seguito della presentazione di un emendamento da parte di Fratelli d’Italia (FdI), il quale propone la presenza delle associazioni Pro Life nei consultori. Tale iniziativa ha sollevato le proteste delle opposizioni, che denunciano un attacco diretto alla legge 194.

L’emendamento, promosso dal deputato Lorenzo Malagola, è stato inserito nel decreto Pnrr e mira a consentire alle Regioni di coinvolgere soggetti del terzo settore nell’assistenza alle donne in gravidanza, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Tuttavia, i consultori familiari, istituiti nel 1975 e destinati all’assistenza delle donne che desiderano interrompere una gravidanza, sono stati creati proprio in base alla legge 194 del 1978, che garantisce questo diritto.
Le opposizioni, tra cui Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra, hanno condannato fermamente l’emendamento, affermando che potrebbe consentire l’ingresso nei consultori di associazioni antiabortiste, contrarie alla legge 194.
La risposta della maggioranza, rappresentata dal vicepresidente della Camera di FdI Fabio Rampelli, è stata categorica nel sottolineare che l’emendamento non intende riformare o abrogare la legge 194, ma piuttosto migliorarne l’applicazione, offrendo alle donne la possibilità di riflessione prevista dalla stessa legge, senza ulteriori oneri per lo Stato.
La legge 194 sottolinea che l’aborto non deve essere utilizzato come metodo di controllo delle nascite e che i consultori devono fornire sostegno alle donne che richiedono aiuto per superare le difficoltà che le hanno portate a considerare l’interruzione di gravidanza.
L’emendamento proposto aggiungerebbe ai soggetti già previsti dalla legge 194 anche “soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”, ampliando così le possibilità di assistenza alle donne in gravidanza.

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