By Una tragedia ha scosso il mondo del calcio con la morte del giovane calciatore Mattia Giani, avvenuta durante una partita del campionato di Eccellenza toscano a causa di un improvviso malore. La situazione ha generato polemiche riguardo alla mancanza di un medico in campo, una figura considerata essenziale per intervenire in casi di emergenza.
Mattia Giani, 26 anni, giocatore del Castelfiorentino, è crollato durante la partita e nonostante i tentativi di rianimazione da parte del massaggiatore della squadra avversaria e di un’infermiera presente tra il pubblico, non è stato possibile salvarlo immediatamente. La prima ambulanza arrivata sul posto non aveva un medico a bordo, e solo dopo un’altra attesa è stata inviata una seconda ambulanza con un dottore.
Il padre del giovane, Sandro Giani, ha sollevato la questione dell’assenza del medico a bordo campo, affermando che il defibrillatore presente non è stato utilizzato. Tuttavia, la squadra ospitante ha contestato tali affermazioni, sostenendo che i propri medici erano presenti come richiesto dal regolamento della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).
La tragica morte di Mattia Giani è avvenuta nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Piermario Morosini, un altro calciatore italiano deceduto durante una partita nel 2012. Inoltre, durante la stessa giornata, un altro giocatore, Evan N’Dicka della Roma, ha avuto un malore durante una partita di Serie A contro l’Udinese, anche se fortunatamente si è ripreso dopo essere stato ricoverato in ospedale.
Questi eventi sollevano importanti questioni riguardo alla sicurezza e alla preparazione medica nei campi da calcio, evidenziando la necessità di garantire la presenza di personale medico qualificato durante le partite, specialmente nelle leghe dilettantistiche.
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