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Il caso Ilyin-Dugin scuote la Russia, creando imbarazzo nel Cremlino. Il filosofo Ivan Ilyin, noto per le sue posizioni monarchiche e il suo non celato apprezzamento per il nazismo, è al centro di una controversia che coinvolge anche il presidente Vladimir Putin.

Le dichiarazioni del portavoce presidenziale Dmitry Peskov, riportate dal sito di opposizione Meduza, evidenziano un rifiuto da parte del Cremlino di discutere apertamente su Ilyin, nonostante le numerose citazioni fatte da esponenti di spicco del governo russo. L’Università statale russa di studi umanistici, intanto, si trova al centro della polemica per la nomina del filosofo conservatore Alexander Dugin a direttore del centro educativo e scientifico, suscitando l’insoddisfazione degli studenti.
La biografia di Ilyin rivela il motivo dello scandalo: le sue simpatie per il nazismo, giustificate dalla sua opposizione al comunismo. Nato nel 1883, Ilyin trascorse anni all’estero, principalmente in Germania e Svizzera, dove sviluppò le sue teorie filosofiche. Le sue opinioni hanno influenzato non solo Dugin, ma anche altri personaggi pubblici russi.
La recente creazione della Scuola politica superiore Ivan Ilyin presso l’Università statale russa di scienze umane ha suscitato le proteste degli studenti, che hanno lanciato una petizione per cambiarne il nome. Attualmente, la petizione conta più di 17mila firme e ha ottenuto il supporto di alcuni deputati del Partito Comunista della Federazione Russa, che hanno sollevato dubbi sulla legalità della creazione della scuola.
Il caso solleva interrogativi sulla memoria storica e sulla rilevanza delle idee di Ilyin nell’odierna Russia, portando alla ribalta il dibattito su come gestire il passato nazional-socialista del paese.

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