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La recente comparsa della peste suina nel Parmense ha sollevato un allarme urgente nella comunità agricola italiana. La Coldiretti ha lanciato un appello per un cambio di rotta nella gestione della presenza incontrollata di cinghiali, principale vettore di diffusione della malattia, che minaccia gli allevamenti e mette a rischio un settore chiave dell’agroalimentare italiano.

Attualmente, le regole prevedono che la scoperta di un cinghiale malato possa portare all’abbattimento preventivo di migliaia di maiali sani, anche se la stalla si trova a distanza considerevole. La Coldiretti ha accolto con favore l’intervento del ministro Lollobrigida, che ha chiesto una revisione di tali disposizioni alla Commissione europea, affinché vengano tutelate le imprese e i consumatori.

È fondamentale mettere in atto azioni concrete per contenere l’invasione di fauna selvatica, composta da circa 2,3 milioni di cinghiali che causano danni sia diffondendo la malattia che devastando le coltivazioni agricole. Il settore suinicolo italiano, con 5.000 allevatori professionali e altri 30.000 piccoli allevatori, rischia gravi perdite se non viene affrontato questo problema in modo efficace.

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