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Una saga politica sconvolge il Partito Democratico: Elly Schlein ritira il proprio nome dal simbolo del partito, addossando la colpa a Bonaccini, e si smentisce sulla candidatura “capolista ovunque”.

Ora si candida solo al Centro e nelle Isole, dopo una Direzione Nazionale del PD che ha visto il crollo della maggioranza multigender. Schlein ha messo sul piatto una richiesta ardita: il suo nome sul simbolo o la capolista in tutte le circoscrizioni.

Ma questa mossa, discussa solo con Bonaccini, ha spaccato il partito. Il presidente del PD ha accettato, in cambio della candidatura del suo candidato nel Sud del paese, Raffaele “Lello” Topo. Tuttavia, solo Schlein e Francesco Boccia rimangono a sostenere questa strategia.

L’intera situazione è una girandola di alleanze e accuse, con Prodi, Delrio, e altri che si schierano contro Schlein. La proposta di inserire il suo nome nel simbolo ha suscitato malcontento, e perfino le figurine “allargate” del partito sollevano obiezioni. Schlein ha fatto saltare in aria la corrente dei riformisti, ma ora deve fare una scelta: ritirarsi, riconciliarsi o rimuovere il proprio nome dal simbolo.

Qualunque sia la sua decisione, dopo il 9 giugno potrebbe essere costretta a dire addio alla politica attiva. Una fine tumultuosa per un capitolo politico dai risvolti intriganti.

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