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Un’esplosione di scandalo ha travolto Mosca quando Anastasia Ivleeva, celebre conduttrice televisiva russa, è stata multata per i suoi post sui social che inneggiavano alla pace durante l’invasione russa dell’Ucraina.

La multa di 50mila rubli è solo l’ultimo atto di una saga che ha visto Ivleeva al centro dell’attenzione per la sua festa hot, tenutasi lo scorso dicembre, che ha scandalizzato il patriottismo filogovernativo russo.

La festa, denominata “Festa Seminuda”, ha visto la partecipazione di personaggi famosi, tra cui musicisti e la figlioccia di Putin, Ksenia Sobchak, in abiti trasparenti e provocanti. Questo evento, considerato peggiore dei droni ucraini volati verso Mosca, ha rivelato una cultura pop russa indifferente alle esigenze belliche del Cremlino.

La reazione delle autorità è stata dura, con pene severe per chi osa criticare la guerra, mentre la giustizia sembra piegarsi alle esigenze politiche, imprigionando persone per motivi futili e punendo coloro che cercano di esprimere dissenso. Tuttavia, la ribellione della cultura pop russa contro la guerra e l’ipocrisia del regime è un segno di una Russia divisa tra tradizione e modernità.

Questa vicenda mette in luce il conflitto tra una dittatura politica che cerca di controllare ogni aspetto della vita pubblica e un’eros selvaggio che cerca di emergere dal subconscio russo. La festa di Ivleeva, ora multata per la sua pacifica protesta, ha rivelato un aspetto oscuro della società russa, una lotta tra la repressione politica e la libertà individuale.

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