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Il tribunale di Busto Arsizio ha emesso una sentenza di assoluzione con formula piena per l’ex assessore regionale lombardo Massimo Buscemi, accusato di non aver versato l’assegno di mantenimento alle figlie e all’ex moglie, motivando che tale comportamento non costituisce reato.

Buscemi, già noto per vicende giudiziarie passate, ha visto la sua posizione risolta a suo favore nonostante le accuse.

Il difensore di Buscemi, Antonio Argento, ha spiegato che l’ex politico avrebbe avuto entrate molto limitate dopo gli anni trascorsi nella politica. Nonostante un’indennità di 436mila euro ricevuta dalla Regione Lombardia come buona uscita nel 2015, Buscemi non sarebbe stato in grado di versare l’importo stabilito per gli alimenti. Il suo mancato comparire in aula durante il procedimento ha sollevato perplessità nelle parti civili, rappresentate dall’avvocato Tiberio Massironi, le quali ora attendono le motivazioni del giudice.

Questo caso solleva dibattiti riguardo alla responsabilità degli ex politici nel mantenimento delle proprie famiglie, specialmente quando le loro entrate risultano limitate. La decisione del tribunale di assolvere Buscemi evidenzia le sfide e le complessità nel perseguire la giustizia in tali situazioni, con riflessi sulla percezione dell’equità e della legalità nel sistema giudiziario.

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