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Michele Emiliano, governatore della Puglia, ha rinviate per due volte l’audizione presso la commissione parlamentare antimafia, scatenando un acceso scontro tra Bari e Roma. La tensione è salita dopo l’ultimo rifiuto di Emiliano di presentarsi a Roma giovedì 2 maggio, citando un “legittimo impedimento”.

L’audizione era stata programmata per discutere dei rischi di infiltrazione mafiosa a Bari, in seguito agli arresti di politici coinvolti nelle indagini giudiziarie. Tuttavia, il Presidente si è già dichiarato indisponibile nelle date inizialmente fissate per l’audizione.

La segretaria dem Elly Schlein ha assicurato che Emiliano sarà presente e risponderà a tutte le domande, invitando a evitare strumentalizzazioni. Tuttavia, il braccio di ferro tra Palazzo San Macuto e l’ufficio della Regione Puglia è evidente, con San Macuto che vede il rifiuto di Emiliano come una mancanza di rispetto verso l’istituzione.

Il centrodestra ha criticato aspramente il comportamento del Presidente, definendolo una sottrazione alla responsabilità istituzionale. Maurizio Gasparri (FI) ha ironizzato sull’idea di recarsi a Bari anziché far venire Emiliano a Roma. Raffaella Paita (Iv) ha definito il suo comportamento come “eversivo”.

Il PD, d’altra parte, ha difeso Emiliano, sostenendo che l’utilizzo politico dell’Antimafia da parte della maggioranza sia strumentale.

Il caso continua a suscitare polemiche e il destino dell’audizione del Presidente rimane incerto, mentre cresce la pressione per una risposta definitiva da parte del governatore.

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