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L’Italia, guidata da Giorgia Meloni, si ritrova a scivolare verso una pericolosa zona arancione nell’Indice mondiale della libertà di stampa 2024, redatto da Reporters sans frontières (Rsf).

Questo rapporto rivela una preoccupante retrocessione di cinque posizioni, posizionando l’Italia al 46º posto, accanto all’Ungheria di Orbán, nella categoria delle situazioni “problematiche”.

La crescente pressione politica sul giornalismo indipendente, evidenziata dalle recenti querele bavaglio e dalle indagini contro i giornalisti del quotidiano Domani, solleva gravi dubbi sulla libertà di stampa nel paese. L’incremento delle “slapp” (querele intimidatorie) e l’uso della legge per soffocare il giornalismo d’inchiesta mettono a rischio la libera espressione dei media.

La situazione italiana non è un caso isolato, ma riflette una tendenza più ampia all’interno dell’Unione europea verso un clima ostile alla libertà di stampa. Il rapporto di Rsf sottolinea il fenomeno dell'”orbanizzazione” dell’Ue, con figure politiche come Orbán e Meloni che minacciano il pluralismo e la libertà di cronaca.

La Media Freedom Rapid Response ha annunciato una missione urgente in Italia il 16 e 17 maggio per valutare la situazione e riferire alla Commissione europea. Sindacati e organizzazioni internazionali hanno espresso profonda preoccupazione e chiedono un impegno deciso per difendere la libertà di stampa nel paese.

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