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Nell’attuale panorama politico italiano, il dibattito è sempre acceso, spesso dominato da slogan e polemiche. Nel suo nuovo libro, “Destra maldestra”, Alberto Mattioli getta uno sguardo critico sull’ascesa della destra italiana, guidata da Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia.

L’arrivo al potere della Meloni, primo presidente del Consiglio di destra-centro nella storia del paese, ha generato una serie di aspettative e interrogativi sulle politiche culturali del governo. Tuttavia, Mattioli mette in luce una realtà piuttosto deludente: la mancanza di una vera strategia culturale.

Mentre in campagna elettorale le promesse abbondavano, una volta al governo la destra si è trovata impreparata a tradurre le parole in azioni concrete. Le gaffe e i pasticci si sono accumulati, senza una visione chiara per il futuro culturale del paese.

Il problema non risiede solo nella retorica politica, bensì nella sostanza. La destra italiana sembra ancorata a idee obsolete, incapace di cogliere le sfide e le opportunità della contemporaneità. Mentre il dibattito si accende su presunte affiliazioni fasciste, ci si dimentica di valutare l’effettiva competenza e capacità di governo.

In questo contesto, emerge un vuoto culturale e una mancanza di progettualità. Mentre la sinistra si dibatte nella difesa del politically correct, la destra fatica a proporre alternative credibili e innovative.

La critica, quindi, non dovrebbe concentrarsi solo sulle presunte tendenze ideologiche, ma piuttosto sull’effettiva mediocrità delle politiche proposte. Sangiuliano and Friends possono essere ancora in cerca di una vera leadership, capace di guardare al futuro con progettualità e competenza.

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