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La Giornata Mondiale delle Api, celebrata ogni 20 maggio, è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questi insetti per l’equilibrio dell’ecosistema.

La produzione agricola mondiale, direttamente legata all’impollinazione animale, vale tra i 235 e i 577 miliardi di dollari. Tuttavia, negli ultimi anni, si è manifestato un allarme crescente sul declino delle api e degli altri impollinatori, minacciati da diverse pressioni umane.

Le cause di questo declino sono molteplici e interconnesse: dalla distruzione degli habitat alla diffusione di specie aliene invasive, dall’inquinamento da pesticidi ai cambiamenti climatici. Circa il 70% delle principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale, mentre in Europa l’80% delle specie coltivate dipende dagli insetti impollinatori.

In Italia, la produzione apistica vale circa 3 miliardi di euro all’anno, con 65.000 apicoltori censiti e circa 1.950.000 alveari. Tuttavia, gli apicoltori devono affrontare la minaccia del declino delle popolazioni di api, noto come spopolamento degli alveari. Le cause di questo fenomeno includono la distruzione degli habitat, l’agricoltura intensiva, l’esposizione ai pesticidi e l’azione di parassiti e malattie.

Per contrastare il declino delle api, è necessario adottare pratiche sostenibili di gestione dell’ambiente e dell’apiario, oltre a regolamenti globali che regolino il commercio e la circolazione delle api. Solo attraverso uno sforzo collettivo possiamo garantire la sopravvivenza di questi cruciali impollinatori e preservare l’equilibrio dell’ecosistema.

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