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Il premierato non entusiasma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che vede in questa riforma un rischio per l’equilibrio dei poteri previsto dalla Costituzione del 1948.

Nonostante questo, Mattarella non si opporrà pubblicamente alla riforma, rispettando il ruolo istituzionale che lo obbliga a promulgare le leggi approvate dalle Camere, a meno che non siano evidentemente incostituzionali.

La riforma del premierato, proposta dal governo, modificherebbe significativamente l’assetto istituzionale italiano. In base alla sua storia politica e alle sue dichiarazioni, è chiaro che Mattarella apprezzi l’armonia e la lungimiranza della Costituzione del 1948, che ha saputo rispondere a situazioni imprevedibili nel corso degli anni. Tuttavia, riconosce che alcune parti della Costituzione, in particolare quelle relative all’architettura costituzionale, possono essere emendate per migliorare l’efficienza del sistema.

Il presidente ha più volte sottolineato l’importanza di mantenere un equilibrio tra i poteri dello Stato, e la riforma del premierato potrebbe comprometterlo. Mattarella ha già espresso preoccupazioni riguardo all’eccesso di decretazione d’urgenza e ha richiamato le istituzioni a operare in uno spirito di collaborazione.

L’entourage del Presidente è convinto che i poteri del Capo dello Stato verrebbero effettivamente ridotti dalla riforma del premierato. Durante le crisi di governo del 2018 e del 2021, Mattarella ha dovuto chiamare tecnici esterni al Parlamento per formare nuovi governi, dimostrando la necessità di avere soluzioni tecniche a disposizione.

Nonostante queste preoccupazioni, se la riforma verrà approvata dal Parlamento e confermata da un referendum popolare, Mattarella si adeguerà alla volontà del popolo. Solo al momento dell’effettiva entrata in vigore della riforma, il Presidente si porrà il problema della sua permanenza al Quirinale, anche se mancherà poco alla fine del suo mandato.

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