L’8 per mille destinato alla Chiesa cattolica in Italia ha registrato un calo significativo, scendendo per la prima volta sotto la soglia del miliardo di euro, attestandosi a 910 milioni di euro.

Questo decremento è attribuibile sia a un gettito fiscale inferiore sia alle scelte dei contribuenti italiani nelle dichiarazioni dei redditi. L’Assemblea dei vescovi ha confermato che le risorse erogate dal Ministero delle Finanze hanno mostrato un declino continuo, confrontato con gli anni precedenti.

Negli ultimi anni, l’allocazione delle risorse raccolte attraverso l’8 per mille ha visto significative assignazioni: 246 milioni di euro sono stati destinati alle esigenze di culto, 40 milioni alla catechesi e all’educazione, 9 milioni ai tribunali ecclesiastici regionali, 275 milioni agli interventi caritativi e 389 milioni al sostentamento del clero.

Nonostante il calo, la chiesa Cattolica continua a rimanere in cima alle preferenze dei contribuenti italiani, ricevendo quasi il 70% delle scelte espresse, con un aumento nelle quote destinate allo Stato. La ripartizione dell’otto per mille dell’IRPEF, introdotta con una legge del 1985, prevede che le somme non allocate esplicitamente dai contribuenti vengano distribuite proporzionalmente in base alle scelte espresse.

Il meccanismo di revisione del sistema dell’otto per mille prevede una verifica triennale da parte di una commissione paritetica nominata dal governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), assicurando che le somme raccolte siano utilizzate in modo efficace e rispondente alle esigenze della comunità.

Questo cambiamento nelle preferenze di destinazione dei fondi riflette un mutamento più ampio nella società italiana riguardo al sostegno finanziario alle istituzioni religiose, in un contesto di pluralismo crescente e di sensibilità diverse verso le questioni di beneficenza e sostegno sociale.

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