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Il monitoraggio geochimico e geofisico della caldera dei Campi Flegrei si intensifica, specialmente nel settore sommerso nel Golfo di Pozzuoli.

Grazie agli sforzi congiunti del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata installata una nuova infrastruttura di monitoraggio sottomarino per analizzare il processo di degassamento idrotermale.

### Nuova Strumentazione
Il nuovo osservatorio multiparametrico sottomarino, posizionato nella zona nota come “Secca delle Fumose”, permette di registrare dati cruciali come la temperatura delle emissioni idrotermali sul fondo marino, la concentrazione di anidride carbonica (CO2) di origine vulcanica disciolta nell’acqua e le correnti marine. Questi parametri sono essenziali per valutare l’energia associata al processo di degassamento e per monitorare eventuali variazioni che potrebbero indicare attività vulcanica.

### Collaborazioni e Implementazioni
Questo progetto ha visto la partecipazione di diversi enti, tra cui il gruppo di subacquei dell’INGV, coordinati dall’Unità funzionale di Geochimica dei fluidi dell’INGV-Osservatorio Vesuviano. Si è avvalso anche della collaborazione con il Parco archeologico dei Campi Flegrei e altre autorità locali, dimostrando un modello efficace di gestione e tutela del territorio.

La “Secca delle Fumose” era già stata oggetto di studi e monitoraggio in precedenza, e l’aggiunta di queste nuove strumentazioni scientifiche marine rafforza ulteriormente la capacità di risposta agli eventi geologici nella regione.

Quest’iniziativa, oltre a migliorare la sicurezza pubblica attraverso uno studio dettagliato e continuo delle emissioni idrotermali, conferma l’impegno nell’uso della tecnologia avanzata per la protezione dell’ambiente e della popolazione locale.

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