La morte del dissidente russo Alexey Navalny in carcere ha spinto l’Unione Europea a introdurre un nuovo regime di sanzioni mirate contro la Russia, focalizzandosi sulla repressione delle libertà civili all’interno del paese.

Nonostante il desiderio di alcuni membri di intitolare il regime a Navalny, i Ventisette non hanno raggiunto un accordo su questo punto. Pertanto, il regime sarà denominato genericamente “misure restrittive alla luce della situazione in Russia”.

Il Consiglio Affari Esteri dell’UE ha deciso di sanzionare 19 individui e un’entità, il Servizio Penitenziario Federale della Federazione Russa, responsabile della gestione del sistema carcerario dove Navalny era detenuto. Questo servizio è stato accusato di abusi sistematici e maltrattamenti contro i prigionieri politici, che hanno portato alla morte di Navalny il 16 febbraio 2024.

Inoltre, sono stati inclusi nella lista nera del nuovo regime di sanzioni anche giudici, pubblici ministeri e altri membri del sistema giudiziario russo. Questi individui sono ritenuti responsabili dell’incarcerazione e della morte di Navalny e della condanna di altri dissidenti, come Oleg Orlov, un rispettato attivista per i diritti umani e leader di Memorial Human Rights Defense Center, organizzazione vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2022, e l’artista Alexandra Skochilenko.

Le sanzioni prevedono il congelamento dei beni degli individui e delle entità elencate, il divieto di viaggio verso l’UE e restrizioni commerciali sull’esportazione di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna o per la sicurezza informatica e il monitoraggio delle telecomunicazioni.

Queste azioni riflettono il crescente impegno dell’UE a contrastare la repressione politica e la violazione dei diritti umani, cercando di tenere responsabile il governo russo per le sue azioni contro l’opposizione e per la promozione di un clima di paura e soppressione.

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