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Il governo italiano esulta per l’approvazione del disegno di legge sulla riforma della giustizia, definita storica e necessaria dal premier Giorgia Meloni.

La riforma, secondo il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, si basa su principi fondamentali quali la distinzione delle carriere dei magistrati e la revisione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), rispondendo così alle critiche di una gestione troppo influenzata dalle correnti all’interno del sistema giudiziario.

Nordio ha evidenziato la necessità di un magistrato imparziale, libero da legami politici e correntizie, e l’introduzione del sorteggio come metodo per ridurre l’influenza politica.

La riforma mira a separare le carriere dei magistrati addetti alle funzioni di accusa e giudizio, al fine di assicurare equità nel processo accusatorio e proteggere l’indipendenza del giudice. Meloni ha sottolineato l’impegno a realizzare una giustizia più efficiente e equa, e la determinazione del suo governo nel portare avanti riforme difficili ma fondamentali. La misura è stata presentata come una risposta alle aspettative dei cittadini e un modo per aumentare la fiducia nel sistema giuridico.

Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno espresso la loro soddisfazione per il progresso della riforma, ritenuta una tutela più ampia per i cittadini e un passo avanti verso la depoliticizzazione della magistratura. Nonostante l’entusiasmo del governo, la riforma ha suscitato critiche dal Partito Democratico, che la considera un’incursione nella autonomia della magistratura.

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