I Conservatori europei stanno delineando un chiaro percorso per le elezioni del prossimo giugno, abbracciando la visione benedettina che richiama le radici cristiane e i valori tradizionali.

La recente adozione della “Carta Benedettina” sottolinea l’impegno per proteggere la famiglia tradizionale e contrastare l’ideologia di genere, oltre a sostenere le radici giudaico-cristiane dell’Europa.

Nel contesto politico attuale, caratterizzato da movimenti intensi per garantire una maggiore influenza nel Parlamento europeo, i Conservatori europei stanno riaffermando la loro posizione, contrapponendosi al cosiddetto “pensiero unico” e al relativismo etico. Essi puntano a una maggiore centralità della fede e della moralità, difendendo la sovranità nazionale e una visione più pragmatica sulle politiche ambientali.

Tuttavia, il percorso dei Conservatori non è privo di sfide. Mentre cercano alleanze per aumentare la loro presenza nel Parlamento, si trovano a confrontarsi con la complessità delle dinamiche politiche europee. Se da un lato vi è un certo grado di convergenza con il Partito Popolare Europeo (PPE), dall’altro si delineano differenze significative con i sovranisti del gruppo Identità e Democrazia (ID).

In particolare, il dibattito sull’accoglienza dei membri di Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orbán, evidenzia le tensioni interne al gruppo conservatore. Mentre alcuni membri, come quelli italiani e spagnoli, sono favorevoli all’ingresso, altri sollevano obiezioni per le posizioni di Orbán su questioni cruciali come lo Stato di diritto e i diritti civili.

Nonostante le sfide, i Conservatori europei stanno consolidando la propria posizione politica, attirando anche nuovi attori come Éric Zemmour, in un panorama in cui le alleanze e le rivalità delineano il futuro della politica europea. La strada verso le elezioni di giugno si annuncia quindi complessa ma ricca di opportunità per i Conservatori europei e la loro visione benedettina.

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