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La situazione a Suviana rimane critica mentre le operazioni di soccorso sono ostacolate dall’innalzamento delle acque. Dopo l’esplosione nella centrale elettrica di Bargi, quattro lavoratori sono dispersi tra le macerie, mentre le speranze di trovarli vivi si affievoliscono.

L’acqua, dopo aver completamente allagato il piano -9 a causa della rottura di alcuni tubi di raffreddamento, continua a salire, raggiungendo i 40 centimetri di altezza al piano -8. I soccorritori sono costretti a valutare attentamente la sicurezza della centrale mentre cercano di individuare da dove provenga l’acqua che continua ad invadere gli ambienti.
Il dirigente dei vigili del fuoco, Luca Cari, spiega che la priorità è garantire la sicurezza dei soccorritori, mentre si studia da dove entri l’acqua. Circa un centinaio di vigili del fuoco sono impegnati nell’operazione, ma la complessità dell’intervento è aumentata dal fatto che i sommozzatori non riescono a spostare le macerie nell’ambiente chiuso della centrale.
Le cause dell’esplosione della turbina rimangono ancora sconosciute, ma è chiaro che l’acqua sta complicando ulteriormente la situazione. Mentre la comunità di Suviana resta sconvolta, la lotta contro il tempo continua per cercare di salvare i quattro lavoratori dispersi.

Sospese le operazioni di soccorso a Suviana: crescono le incertezze sull’incidente

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