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La giornata di sabato 20 aprile è stata una delle più turbolente per la Rai degli ultimi anni. Il caso Scurati, con il rifiuto del suo testo sul 25 aprile indirizzato alla premier Giorgia Meloni, ha scatenato una serie di polemiche che hanno messo in luce una gestione poco chiara della situazione da parte dei dirigenti Rai.

Secondo quanto riportato da La Stampa, Giorgia Meloni è apparsa incredula durante una telefonata con il direttore Approfondimenti Corsini. Quest’ultimo avrebbe spiegato che la motivazione economica era una prassi standard, ma Meloni avrebbe suggerito di puntare subito sul tema dei soldi richiesti da Antonio Scurati.
La premier avrebbe compreso che far leva sull’aspetto economico sarebbe stato il modo migliore per gestire la situazione e evitare polemiche. I 1800 euro al minuto per quattro minuti, concordati per la partecipazione di Scurati, sono diventati il fulcro del suo messaggio per delegittimare l’autore.
Il post di Meloni ha ottenuto un ampio supporto, sia dalla sua base di sostenitori, sia dalla stampa vicina all’area di destra, che ha criticato aspramente Scurati. La premier ha sfruttato abilmente gli strumenti retorici a sua disposizione, mettendo in discussione non solo il testo di Scurati, ma anche il suo compenso.
Il caso Scurati ha evidenziato le tensioni interne alla Rai e sollevato interrogativi sulle pratiche decisionali dell’azienda, aprendo dibattiti sulla trasparenza e l’etica nell’ambito dei media.

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