Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), ha sollevato un forte allarme riguardo alla corruzione nel settore delle infrastrutture, evidenziando preoccupazioni particolari riguardo al progetto del ponte sullo Stretto di Messina.

Secondo la Relazione annuale 2023 dell’Anac, tra il 2015 e il 2020, oltre il 27% dei comuni italiani con più di 15mila abitanti ha registrato episodi di corruzione, di cui il 46% ha coinvolto contratti pubblici. Busia ha sottolineato che nonostante gli sforzi, l’Italia continua a lottare contro la corruzione, un fenomeno che danneggia la democrazia, la qualità dei servizi pubblici e rafforza le mafie.

Un capitolo significativo della relazione riguarda il ponte sullo Stretto di Messina. Nel 2023, l’Anac ha sollevato dubbi e raccomandazioni sulle procedure seguite dal governo per la realizzazione di questa importante infrastruttura.

L’Anac ha evidenziato la necessità di chiarire i vincoli europei che potrebbero richiedere una nuova procedura di affidamento del progetto. Inoltre, si è sollevata l’attenzione sull’eccessivo potere contrattuale conferito al contraente generale, soprattutto considerando il contenzioso pendente risalente al 2011.

L’approvazione di modifiche al progetto dovrebbe essere affidata a enti pubblici anziché a professionisti privati, per garantire una maggiore trasparenza e controllo. È fondamentale assicurare la sostenibilità economica dell’opera, considerando potenziali aumenti dei costi e cambiamenti tecnici nel tempo.

Inoltre, l’Anac ha sottolineato l’importanza di introdurre garanzie esplicite per l’applicazione del subappalto e di valorizzare le responsabilità del contraente generale per garantire una realizzazione efficiente e nel rispetto delle normative.

Infine, è stata evidenziata l’importanza di rispettare le normative europee durante l’implementazione delle varianti in corso d’opera, al fine di evitare potenziali violazioni e procedure di infrazione comunitaria.

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