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La tensione nel conflitto Israele-Palestina ha raggiunto nuovi picchi, con il presidente americano Joe Biden che ha annunciato la sospensione della fornitura di armi agli israeliani in risposta alle azioni militari nel territorio di Rafah.

Questa mossa, che rappresenta un’escalation significativa da parte degli Stati Uniti, è stata accolta con reazioni contrastanti sia in Israele che negli Stati Uniti.

Il ministro israeliano della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha reagito duramente alla decisione di Biden, tweettando provocatoriamente “Hamas ama Biden”. Tuttavia, le sue parole hanno attirato critiche da parte del governo israeliano, compreso il presidente Isaac Herzog, preoccupato per il potenziale impatto negativo sulle relazioni con gli Stati Uniti.

La sospensione delle armi includerà un significativo quantitativo di bombe, tra cui quelle da 225 a 900 chilogrammi, utilizzate principalmente nel nord di Gaza. Queste munizioni sono state identificate come responsabili dei più gravi danni ai civili palestinesi, secondo un’analisi del New York Times. È importante notare che queste armi erano state precedentemente approvate dal Congresso degli Stati Uniti.

La decisione di Biden ha scatenato una reazione politica negli Stati Uniti, con esponenti repubblicani critici nei confronti del presidente, accusandolo di aver commesso un atto illegale. Alcuni hanno addirittura minacciato di avviare procedure di impeachment, paragonando la situazione a quando Donald Trump temporizzò sulla fornitura di armi all’Ucraina nel 2019. Tuttavia, le circostanze sono diverse, poiché in quel caso Trump chiese un favore personale al presidente ucraino.

Questo scontro politico potrebbe avere conseguenze significative sul futuro del conflitto in Medio Oriente e sulle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Israele.

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