Nel calore della campagna per le elezioni europee, Elly Schlein e Giuseppe Conte, avversari e alleati nello stesso tempo, delineano percorsi diversi nella corsa al voto.

Tra i capoluoghi di provincia e le città di medie dimensioni, entrambi supportano lo stesso candidato sindaco in 22 su 27 casi, rivelando così una strategia comune nelle amministrative.

Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico (PD), è attivamente coinvolta in oltre 70 tappe elettorali in giro per l’Italia e guida le “Note di viaggio” sul canale WhatsApp del partito. La sua partecipazione personale come capolista al Centro e nelle Isole sottolinea il suo impegno e la posta alta che si gioca in queste elezioni: consolidare la sua leadership.

Dall’altra parte, Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, adotta un approccio più selettivo, prediligendo comizi-spettacolo nei teatri per presentare il programma europeo del suo movimento. Curiosamente, Conte non si candida personalmente e sembra minimizzare l’importanza di queste europee, conscio del fatto che il Movimento ha storicamente ottenuto risultati inferiori nelle europee rispetto alle politiche.

Uno dei punti chiave della loro divergenza si trova nella selezione dei candidati. Conte critica apertamente Schlein per aver inserito nella lista nomi come Cecilia Strada e Marco Tarquinio, che potrebbero allargare il consenso ma a costo di compromettere la coerenza della linea politica del PD, specialmente sulle questioni come il sostegno militare all’Ucraina.

Nonostante le differenti tattiche e strategie, entrambi sottolineano l’importanza dei programmi oltre ai volti. Conte spinge per una rappresentanza a Bruxelles di “costruttori di pace”, marcando una netta opposizione all’invio di armi a Kiev, un punto su cui Schlein non può concordare apertamente.

Le elezioni di giugno sono quindi non solo una misurazione della forza politica di Schlein e Conte ma anche un test della capacità di influenzare e plasmare il futuro politico europeo attraverso le loro visioni contrapposte.