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“Venire qui e rivedere quelle facce è ogni volta un’agonia. Le sensazioni sono sempre le stesse. Il fratello di Luca neanche lo portiamo più perché ogni volta che veniva stava male”. Lo ha detto Alfonso Sacchi, il padre di Luca, ucciso a Roma il 23 ottobre del 2019, a margine dalla prima udienza del processo di appello che vede imputate quattro persone.
In primo grado Valerio Del Grosso, autore materiale dello sparo, è stato condannato a 27 anni mentre il suo complice nell’aggressione, Paolo Pirino, è stato condannato a 25 anni, così come Marcello De Propris, che consegnò la pistola. Per la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti una condanna a 3 anni mentre era stato assolto Armando De Propris accusato del possesso dell’arma. I giudici hanno aggiornato il procedimento al prossimo 14 febbraio: in quella data il pg Francesco Mollace farà la relazione e le richieste di condanna.
Il padre di Luca ha aggiunto che “la perdita di un figlio è una cosa che non dovrebbe mai accadere. Potete immaginare quello che provano due genitori e un fratello che hanno perso la cosa più grande, perché non c’è nulla di più grande dei figli e questo è un dolore che ti porti a vita. Cerchiamo di andare avanti e passare le giornate senza pensare e speriamo che l’appello confermi la sentenza di primo grado”.

ANSA


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