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“Per mettere in campo interventi efficaci bisogna restituire valore sociale alla maternità. E’ incredibile che il valore della maternità, espressamente tutelato dalla Carta costituzionale, a livello di legislazione ordinaria trovi menzione solo nel titolo e nella prima parte della legge 194.”. Lo ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalita’ e le Pari opportunita’, Eugenia Roccella durante l’ audizione sulle linee programmatiche nelle commissioni del Senato.
“Mettere al centro la maternità – ha aggiunto – non vuol dire certamente negare la dualità delle figure genitoriali o sottovalutare il fondamentale e prezioso compito del padre. Ma per quanto si possa indurre una più equa ripartizione dei carichi del lavoro di cura e una più ampia responsabilizzazione maschile, è evidente che gravidanza, parto e allattamento al seno sono esclusiva delle donne. E allora, poiché, come è stato detto, è ingiusto trattare in modo diverso persone uguali ma è ingiusto anche trattare in modo uguale persone diverse, pari opportunità significa anche riconoscere la specificità del materno. Sul lavoro, nel welfare, nella società. Un figlio non è un fatto privato. Un figlio ha riflessi sulla vita della comunità, garantisce il futuro, la coesione intergenerazionale, la tenuta del welfare. Dunque, chi lo genera e se ne prende cura lavora per tutti. La maternità è un lavoro ‘socialmente utile’, che alimenta, peraltro, competenze che vanno valorizzate.
Occorre quindi promuovere – conclude la ministra – quei cambiamenti culturali che rendano la maternità un’attribuzione premiante, non un ostacolo alla realizzazione personale. E oltreché ispirazione politico-legislativa, questa consapevolezza deve diventare senso comune”.
ANSA


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