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“Sto raccogliendo le dichiarazioni e i commenti vistosamente falsi e offensivi, diversi dal legittimo dissenso, per valutare ogni opportuna azione a tutela della mia onorabilità”.

Così il presidente del Senato Ignazio La Russa.

“Resto allibito – dice in una nota – di fronte allo stravolgimento della verità sulle mie parole scambiate alla buvette del Senato con due giornalisti di Ansa e Agi a cui si è accostato un giornalista di Repubblica. Le mie parole sono subito state riportate fedelmente dalle due agenzie che, riferendosi al voto non unitario appena concluso in Aula sulla mozione del centrodestra, erano testualmente queste: “la parola antifascismo non c’è nella Costituzione”, dando così ragione al senatore Lucio Malan. Aggiungevo, inoltre, di riconoscermi nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Non sono quindi io a dover rettificare alcunché ma chi non sa leggere le agenzie o vuole a tutti i costi polemizzare e offendere”.

“Celebrerò la liberazione del nostro Paese, starò un po’ in famiglia e lavorerò come lavorerò il primo maggio e come lavoriamo ovunque siamo perché gli italiani ci pagano per farlo”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine della visita al Salone del Mobile di Milano. “Cosa farà La Russa il 25 aprile che metterà d’accordo tutti? Io so quello che faccio io”, ha concluso Salvini, evitando di commentare le dichiarazioni del presidente del Senato.

“Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani” perché “la guerra di liberazione è stata una guerra degli italiani per liberare dall’invasore tedesco il territorio nazionale: fu una scelta chiara contro il nazifascismo, ma la libertà non è patrimonio di un partito, è patrimonio di un popolo, è un patrimonio italiano”. Lo ha detto Antonio Tajani a Pisa, aggiungendo: “Mi riconosco completamente nelle parole che Silvio Berlusconi pronunciò a Onna: fu un discorso in difesa della libertà e della democrazia, contro il nazifascismo, ma furono parole di pacificazione, di unità. Non utilizziamo un patrimonio di tutti per fare polemica”.

Come da tradizione il 25 aprile torna a Roma il corteo antifascista organizzato dall’Anpi per ribadire che “la Storia non può essere riscritta da chi nutre sentimenti di nostalgia per il suo periodo più buio”. La manifestazione prenderà il via da largo Bompiani alla presenza anche del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. Il corteo, al quale parteciperanno anche sindacati, organizzazioni studentesche e associazioni antifasciste e della società civile, si snoderà poi attraverso i quartieri popolari di Tor Marancia, Garbatella e Ostiense, teatro della battaglia dell’8/9 settembre 1943, fino all’arrivo a Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della guerra di Liberazione. Gli interventi conclusivi nel comizio di Porta San Paolo saranno aperti dal presidente dell’Anpi provinciale di Roma Fabrizio De Sanctis e dal Comune di Roma, che come ogni anno nella sua funzione istituzionale ha patrocinato l’evento. Sarà inoltre presente quest’anno il segretario della Cgil Maurizio Landini che interverrà anche a nome dei sindacati Uil e Cisl proprio nell’anno in cui ricorre l’80mo anniversario dei grandi scioperi del 1943, che rappresentarono la prima grande azione di massa della lotta antifascista in Italia contro la dittatura. “Ancora una volta, quest’anno più che mai nel ricordo delle gappiste e dei gappisti di via Rasella, orgoglio della città – si legge in una nota – la Capitale celebrerà questa fondamentale ricorrenza per ribadire, con la necessità della memoria, l’impegno quotidiano e futuro per la completa attuazione dei principi fondamentali della Costituzione nata dall’antifascismo, dalla Resistenza e dalla guerra di Liberazione, coi suoi valori irrinunciabili ed inscindibili di pace, libertà e giustizia sociale nella società di oggi”.

ANSA


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