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La morte di Valeria Cherubini torna al centro del processo per la strage di Erba, sollevando interrogativi sulla colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, attualmente condannati all’ergastolo. L’avvocato Fabio Schembri, difensore dei coniugi Romano, sostiene che le dinamiche della tragedia differiscano dalla sentenza di condanna.

Secondo Schembri, Valeria Cherubini avrebbe emesso grida d’aiuto dopo l’arrivo dei soccorritori, un dettaglio che, secondo lui, non concorda con le ferite riportate. Il vigile del fuoco Glauco Bartesaghi, intervenuto inizialmente sulla scena, riferì di aver udito grida provenienti dall’appartamento di Cherubini, ma la consulenza criminologica del Procuratore Generale Guido Rispoli evidenzia che le lesioni non avrebbero impedito la pronuncia di parole di soccorso.
L’attenzione si concentra anche sulla presunta coltellata sulla tenda di casa Frigerio. L’accusa afferma che non sia riconducibile a un tentativo di difesa di Valeria Cherubini, bensì a uno strappo accidentale. Inoltre, le macchie di sangue sul pianerottolo sono oggetto di disputa, con l’accusa che le considera frutto di un imbrattamento, mentre la difesa cerca di dimostrare la loro rilevanza nell’inseguimento.
La revisione del caso solleva dubbi sulla veridicità delle prove che hanno portato alla condanna dei coniugi Romano. L’inchiesta continua, e l’esito potrebbe gettare nuova luce su uno dei casi più controversi degli ultimi anni.

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