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A Roma, il 15 marzo – Le urne sono aperte nella Federazione Russa per le elezioni presidenziali, che si svolgono su tre giorni. Nonostante l’esito sembri scontato, con una vittoria quasi certa per Vladimir Putin, ci sono timori di possibili proteste.

Nelle immagini diffuse dal ministero della Difesa russo, si vedono le operazioni di voto iniziate in una località non specificata, con la presenza del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e del capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe, Valery Gerasimov.
Putin stesso ha lanciato un appello affinché i cittadini si recino alle urne, un segnale indiretto delle preoccupazioni riguardo alla partecipazione, data la mancanza di alternative significative alla sua candidatura. La Procura moscovita ha messo in guardia da possibili azioni di protesta, soprattutto considerando le iniziative proposte da Yulia Navalnaya a Mosca, che invitano a votare come atto anti-Putin.
Le elezioni si tengono anche nei cosiddetti ‘Nuovi Territori’, parti dell’Ucraina controllate dalla Russia e dichiarate annesse nel settembre 2022. In questa occasione, per la prima volta, 23 soggetti della Federazione e la Crimea possono votare via internet, suscitando timori di possibile frode elettorale.
Questa situazione pone l’attenzione sulle sfide democratiche che la Russia deve ancora affrontare e sull’importanza di un processo elettorale trasparente e libero da interferenze.

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