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In una svolta decisiva nella lotta al narcotraffico a Bari, la Direzione Distrettuale Antimafia ha inflitto un duro colpo ai clan Parisi e Palermiti di Japigia, arrestando 56 persone coinvolte in traffici illeciti.

Questa operazione segue i 135 arresti effettuati a febbraio, che avevano messo in luce presunte infiltrazioni mafiose nell’economia e nella politica locale. Gli arresti odierni, frutto di un’indagine minuziosa durata quattro anni, hanno permesso di disarticolare le reti di distribuzione di cocaina che alimentavano il mercato nero con 10 chili di sostanza ogni settimana, generando profitti astronomici.
Il procuratore Roberto Rossi ha sottolineato come il traffico di stupefacenti rappresenti ancora l’attività principale dei clan, data l’alta domanda di mercato. Rossi ha anche espresso preoccupazione per la carenza di personale negli uffici giudiziari, un ostacolo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata, lanciando un appello per un maggior supporto nella dotazione di risorse umane.
L’inchiesta ha rivelato non solo i canali di approvvigionamento e l’organizzazione delle piazze di spaccio ma anche l’adattabilità e l’ingegnosità dei criminali, che durante il lockdown si sono travestiti da imbianchini e operatori del 118 per eludere i controlli e continuare indisturbati il loro losco commercio.
Tra i nomi coinvolti emergono figure di spicco del crimine organizzato locale, come i fratelli Parisi e Palermiti, già noti alle forze dell’ordine, dimostrando come la mafia di Japigia abbia saputo trasformarsi in una vera e propria “società della guerra”, con una struttura aziendale dove i “soci” contribuivano con quote e si spartivano gli utili dei traffici illeciti.

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