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L’India ha recentemente suscitato l’attenzione internazionale con il lancio riuscito del missile balistico intercontinentale Agni-5, ribattezzato in sanscrito “Agni”, ossia “fuoco”.

Questo nuovo sviluppo tecnologico ha rafforzato la deterrenza nucleare indiana contro i suoi rivali regionali, in particolare la Cina. Il primo ministro Narendra Modi ha espresso orgoglio per il successo del test, sottolineando l’importanza strategica del missile nella geopolitica asiatica.
Il missile Agni-5, dotato della tecnologia MIRV (Multiple Independently Targetable Re-entry Vehicle), può trasportare più testate nucleari e ha una gittata di 5.000 chilometri. Questo gli conferisce la capacità di colpire bersagli a lunga distanza con notevole precisione, superando le attuali capacità dei missili cinesi. Tale potenzialità ha spinto alcuni osservatori a definirlo una minaccia diretta per Pechino, aggiungendo un nuovo capitolo alle già tese relazioni sino-indiane.
Le tensioni tra India e Cina risalgono alla guerra del 1962 per la delimitazione dei confini, un contenzioso ancora irrisolto. Gli scontri recenti nella regione himalayana hanno ulteriormente acuito le tensioni, portando all’incremento delle forze militari lungo il confine conteso. In questo contesto, il programma missilistico indiano si presenta come un chiaro segnale di forza nei confronti della Cina.
Con lo sviluppo del missile Agni-5, l’India si unisce a un ristretto gruppo di nazioni capaci di utilizzare la tecnologia MIRV. Questo rappresenta uno sprint significativo nell’ambito delle capacità militari del paese, in risposta alla crescente sfida rappresentata dalla Cina. Tuttavia, resta da vedere come questa mossa influenzerà ulteriormente il già complesso equilibrio geopolitico dell’Asia.

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