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Il recente pentimento del boss Marco Raduano ha sorpreso molti nel mondo della criminalità organizzata. Arrestato in Corsica dopo un anno di latitanza, il 40enne di Vieste ha deciso di diventare collaboratore di giustizia, annunciando la sua volontà durante il processo relativo all’omicidio di Marino Solitro.

Il procuratore Ettori Cardinali ha reso nota questa decisione durante l’udienza in Corte d’Assise a Foggia. L’inclusione del nome di Raduano nella lista dei testimoni prodotta dalla pubblica accusa evidenzia l’importanza delle informazioni che potrebbe fornire sulle dinamiche criminali nel territorio garganico e su numerosi casi irrisolti.
Raduano, ex luogotenente di Angelo Notarangelo, è stato catturato il 31 gennaio in Corsica dopo essere evaso dal carcere di massima sicurezza ‘Badu e’ Carros’ di Nuoro, in Sardegna, nel febbraio 2023. La sua latitanza lo ha reso uno dei tre latitanti italiani più pericolosi ricercati da Europol.
Il ritratto emergente dalle carte dell’ordinanza-monstre ‘Omnia Nostra’ lo descrive come una personalità vendicativa e sanguinaria, priva di scrupoli e desiderosa di potere criminale. Nonostante i numerosi arresti subiti, il suo comportamento criminale persiste, dimostrando una spiccata indole delittuosa e una pericolosità evidente.
La decisione di Raduano di collaborare con la giustizia potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro la criminalità organizzata, consentendo di portare alla luce numerosi crimini e di mettere fine all’impunità di cui godevano alcuni membri della mafia garganica.

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