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Una banda specializzata nel traffico di auto di lusso rubate è stata smantellata dopo un’indagine protrattasi per nove anni. Il processo, scaturito dall’operazione “Deejay” avviata dalla Polizia Stradale di Treviso nel 2013, ha portato a condanne pesanti per cinque imputati.

Il giudice Umberto Donà ha inflitto complessivamente 24 anni di carcere: 4 anni e 4 mesi per Luca Formica, 6 anni e 8 mesi per Carlo De Jesus Espinal, 7 anni e 4 mesi per Luca Pastrello, 4 anni per Francesco Levak e 3 anni per Keidison Madina Pujols, quest’ultimo cittadino della Repubblica Dominicana. Antony Levak è stato invece assolto con formula dubitativa.
L’organizzazione, secondo le indagini, aveva un modus operandi ben definito: auto rubate o ottenute illegalmente venivano “ripulite” e rivendute all’estero, principalmente in Svizzera, Germania e altre nazioni dell’Est Europa. Uno degli aspetti chiave del loro metodo era la falsificazione di documenti per l’immatricolazione dei veicoli all’estero, cancellando così ogni traccia dei precedenti illeciti.
L’indagine ha rivelato i ruoli precisi dei membri dell’organizzazione: De Jesus Espinal e uno dei Levak erano considerati le menti dietro il traffico illecito, Pastrello si occupava della falsificazione dei documenti, mentre Formica e Pujols Medina erano i procacciatori di clienti.
L’operazione “Deejay” ha portato a sei arresti, dodici denunce e il recupero di oltre un milione di euro collegato al riciclaggio di ventidue veicoli rubati. L’inchiesta ha dimostrato l’efficacia delle forze dell’ordine nel contrastare il traffico internazionale di auto rubate, mettendo fine a una rete criminale che operava da anni nell’ombra.

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