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Nel quartiere di Ponticelli a Napoli, un imprenditore è stato vittima del pressing del racket camorristico, con richieste intimidatorie che culminano nel tentativo di estorcergli la sua abitazione. Il clan De Micco ha preso di mira non solo l’azienda dell’uomo, ma anche la sua dimora privata, costringendolo a fare scelte disperate.

Inizialmente, le richieste si limitavano agli interessi finanziari, ma ben presto le minacce sono diventate più esplicite e violente. L’imprenditore, già in difficoltà a causa della paralisi economica causata dalla pandemia, si è trovato invischiato in una rete di usura e intimidazioni.
La situazione è divenuta insostenibile quando i membri del clan hanno preso di mira direttamente la sua casa, costringendolo a consegnare le chiavi e ad abbandonare l’abitazione. Questo episodio non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di controllo territoriale da parte della criminalità organizzata.
Le indagini della Dda di Napoli sono volte a smascherare i mandanti e gli esecutori di queste estorsioni, così come a colpire le reti di usura che si sono radicate nel quartiere. Si sospetta che ci siano legami tra i soggetti coinvolti nel racket e le istituzioni locali, complicando ulteriormente la situazione.
In un contesto in cui le case popolari sono gestite con una certa opacità, si aprono spazi per l’azione criminale, con il rischio che i beni pubblici finiscano nelle mani della criminalità organizzata. Questo caso rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle autorità competenti.

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