Biden ha richiesto un cessate il fuoco per consentire l’invio di più aiuti umanitari nella regione, ampliando così la spaccatura tra i due storici alleati. Questa nuova posizione dell’amministrazione statunitense segna un cambiamento significativo rispetto al sostegno iniziale di Biden alla campagna militare israeliana contro Hamas.

Nel frattempo, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che la Spagna è pronta a riconoscere lo Stato palestinese, affermando che tale riconoscimento è giusto e necessario per favorire una soluzione pacifica al conflitto. Questa dichiarazione sottolinea una crescente solidarietà internazionale verso la causa palestinese e mette in evidenza una spinta diplomatica europea per una soluzione basata sulla creazione di due Stati.

Tuttavia, non tutti gli alleati di Israele stanno cambiando posizione. Il ministro delle Finanze britannico Rishi Sunak ha difeso la decisione del Regno Unito di continuare a vendere armi a Israele, pur esortando Netanyahu a fare di più per alleviare le sofferenze a Gaza. Questa posizione riflette il delicato equilibrio che molti paesi devono mantenere tra il sostegno a Israele e la pressione per porre fine alla violenza.

Nel frattempo, le tensioni si acuiscono anche in altre regioni del Medio Oriente. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria riporta che gruppi di Hezbollah libanesi e milizie filo-iraniane si stanno addestrando nella Siria centrale, mentre il Papa ha rinnovato il suo appello per la pace, esprimendo preoccupazione per la situazione in Ucraina, Palestina, Israele e Myanmar.

Mentre il mondo continua a monitorare gli sviluppi della situazione, resta la speranza che gli sforzi diplomatici possano portare a una soluzione pacifica e duratura a questi conflitti dilaniati dalla guerra.

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