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Nonostante gli appelli alla moderazione, Israele si prepara a reagire all’attacco lanciato dall’Iran nella notte tra il 13 e 14 aprile. Il governo Netanyahu non intende restare inattivo di fronte alla violazione delle linee rosse da parte di Teheran.

Il capo di stato maggiore generale delle forze di difesa israeliane (Idf), Herzi Halevi, ha confermato la volontà di rispondere alla pioggia di fuoco iraniana, definendo il lancio di missili e droni come un atto che deve ricevere una risposta.
Tuttavia, Netanyahu assicura che la risposta sarà ponderata e strategica, evitando azioni impulsiva. L’Iran, d’altro canto, avverte che la sua risposta sarà immediata, più forte e più ampia, addirittura minacciando di utilizzare armi mai impiegate prima.
Gli Stati Uniti prevedono una risposta limitata da parte di Israele, focalizzata su obiettivi al di fuori dell’Iran stesso. Ciò potrebbe indicare un’evitabile escalation, con Israele che potrebbe preferire colpire milizie iraniane in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano anziché prendere di mira direttamente l’Iran.
Le tensioni rimangono alte, mentre Israele e l’Iran si preparano a una potenziale escalation, con conseguenze incerte per la stabilità della regione.

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