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Le recenti accuse di abusi al carcere minorile Beccaria hanno scosso l’opinione pubblica. Il capo del Dipartimento della giustizia minorile, Antonio Sangermano, ha dichiarato che se i fatti saranno confermati, saranno gravissimi e assolutamente intollerabili, specialmente perché coinvolgono minorenni intrinsecamente vulnerabili.

Le intercettazioni degli agenti rivelano un disorientamento evidente per la fine dell’immunità omertosa. La presenza delle telecamere ha cambiato il gioco e l’omertà non è più un’opzione. Sangermano ha chiarito che non ci sarà alcuna tolleranza per atteggiamenti omertosi o collusivi.

È emerso che 21 tra arrestati e sospesi rappresentano quasi metà di una giornata media di servizio. Tuttavia, ci si chiede se il problema sia stato affrontato solo ora perché sono stati coinvolti dirigenti che non tolleravano comportamenti scorretti.

Sangermano ha sottolineato l’importanza della formazione degli agenti che lavorano in istituti così delicati. È necessario non solo rafforzare i corsi, ma anche aumentare la presenza di psicologi, psichiatri e mediatori culturali.

Un altro problema critico è la carenza di agenti, che Sangermano ha definito pesante. Sebbene sia previsto l’ingresso in servizio di 150 nuovi agenti entro luglio, ne servirebbero il doppio.

Infine, Sangermano ha difeso il “decreto Caivano” dalle critiche, sottolineando che ha fornito strumenti ai magistrati minorili per affrontare le devianze, non per istituire tribunali speciali.

L’indagine continua, e la società guarda con attenzione all’esito, con la speranza che si faccia luce su questi abusi e si garantisca giustizia per i giovani coinvolti.

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