Uno dei principi più studiati nell’ambito della gestione del tempo è la “matrice di Eisenhower”, che parte dall’affermazione di un comandante durante la Seconda guerra mondiale e poi presidente americano: “ciò che è importante è raramente urgente e ciò che è urgente è raramente importante”.

Applicando questo principio al contesto attuale, ci troviamo di fronte a una situazione in cui in Italia ciò che è veramente pericoloso spesso non suscita la giusta indignazione, mentre ciò che indigna raramente rappresenta un reale pericolo.

La cancellazione dell’intervento critico di Antonio Scurati dalla programmazione di un programma Rai ha generato un’enorme eco mediatica. Alcuni sostengono che questo sia un segnale di un regime liberticida in Italia, che non permette a un intellettuale di esprimere opinioni critiche sulla premier. Tuttavia, va sottolineato che Scurati ha avuto altre piattaforme per esprimere le sue opinioni e che la conduttrice del programma ha tratto vantaggio dall’attenzione mediatica. L’indignazione è stata grande, ma il reale pericolo per la libertà di espressione è stato limitato.

Parallelamente, a Torino, alcuni antagonisti hanno cercato di interrompere una conferenza governativa non per evitare la diffusione di idee odiose, ma semplicemente per impedire l’intervento dei ministri. Sette agenti sono rimasti feriti nell’operazione di mantenimento dell’ordine. L’indignazione è stata quasi assente, nonostante il pericolo reale rappresentato dalla violenza nei confronti delle forze dell’ordine.

È importante riconoscere che un’Italia in cui un’intervista critica non viene trasmessa in TV pubblica può sollevare preoccupazioni, ma altrettanto preoccupante è un Paese in cui non si reagisce adeguatamente di fronte alla violenza contro le forze dell’ordine per impedire la libera espressione. La libertà di parola non dovrebbe conoscere colori politici e la nostra libertà individuale deve necessariamente fermarsi dove inizia il rispetto delle leggi vigenti.

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