A Torino, un corteo “contro i sionisti” ha dato il via a un violento attacco contro un convegno ospitato presso il Castello del Valentino, che aveva come partecipanti quattro ministri del governo.

Sette agenti di polizia sono rimasti feriti durante gli scontri, insieme a due manifestanti. L’evento era incentrato sulle tematiche dell’aerospazio e dell’agricoltura nell’ambito del G7.

Sebbene i ministri fossero già usciti dalla sala al momento dell’irruzione, l’episodio ha evidenziato un clima di violenza e tentativi inaccettabili di influenzare la politica del Paese. La premier Giorgia Meloni ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine e condannato l’attacco, definendolo “inaccettabile”. Anche la ministra Anna Maria Bernini ha condannato fermamente l’episodio, sottolineando che non ci può essere dialogo con chi ricorre alla violenza per interrompere i dibattiti.

Il contesto di tensione, alimentato dal crescente malessere negli atenei italiani riguardo alla situazione in Medio Oriente, ha portato alcune istituzioni accademiche a rivedere i propri rapporti con le università israeliane. Tuttavia, il tentativo di interrompere i dibattiti e intimidire le istituzioni rappresenta un’azione unilaterale e autoritaria, contraria ai principi di libero scambio di idee.

Le proteste sono sfociate in scontri con la polizia, e trenta persone sono state denunciate. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, ha criticato l’indifferenza crescente verso le forze dell’ordine nel Paese, attribuendo gli scontri non a un ideale, ma alla ricerca dello scontro con lo Stato.

La senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli, ha espresso la speranza che anche la sinistra condanni la violenza dei manifestanti, mentre il rappresentante del partito in consiglio comunale, Ferrante De Benedictis, ha chiesto l’intervento del sindaco per affrontare la situazione di tensione.

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