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Una breve lettera anonima recapitata alla redazione del Tgr Lazio ha aggiunto un nuovo tassello al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. L’autore dell’anonimo sostiene che il mistero della giovane ruoti intorno all’ordine dei gesuiti, sollevando interrogativi e scatenando reazioni nel contesto dell’inchiesta in corso.

Il documento, giunto a Milano e scritto con pennarello nero su un foglio A4, è stato consegnato al Tgr Lazio nella mattinata di martedì 23 aprile. Viene fatto il nome di un prete e indicato un indirizzo a cui rivolgersi, che si è poi scoperto corrispondere a un individuo nato dopo la scomparsa di Emanuela nel 1983. La parrocchia coinvolta ha definito l’autore dell’anonimo un giovane studente, sottolineando la follia dell’accaduto.

Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha commentato la situazione, suggerendo che il messaggio debba essere consegnato in primis all’inchiesta vaticana, considerando il coinvolgimento di un ordine religioso come i gesuiti. Tuttavia, sia lui che l’avvocata della famiglia, Laura Sgrò, hanno sottolineato la necessità che gli inquirenti verifichino l’indirizzo fornito nell’anonimo.

Le parole dell’avvocata hanno evidenziato che questa è la prima volta che viene fatto riferimento esplicito a un indirizzo nei confronti della Compagnia di Gesù, sollecitando un’indagine accurata da parte delle autorità competenti.

Pietro Orlandi ha anche aggiunto che secondo lui sua sorella potrebbe essere stata oggetto di un ricatto, legato alla pedofilia o a motivazioni finanziarie. Queste nuove suggestioni si aggiungono alle molteplici piste già percorse nel corso delle indagini, che fino ad oggi non hanno portato a una risoluzione del caso

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